" cercando di dare una risposta unica, comprensibile e senza troppi paroloni ( anche se spesso sono d'obbligo ), ho messo giò due righe sugli obiettivi, ovviamente è ancora una prima bozza, ma il vostro parere mi sarebbe utile: manca qualcosa? cosa andrebbe spiegato meglio?? ho scritto qualche cavolata??? devo darmi all'ippica???? ecc ecc
...grazie " Le caratteristiche ottiche principali di un obiettivo sono
lunghezza focale e
luminositàesempio: “nikon
AF-S DX 18-55/3,5-5,6 G VR”, “canon
EF 100/2,8 USM” o “sigma
70-200/2,8 APO DG EX HSM”
-La
Lunghezza Focale è espressa in millimetri, da essa dipende, tra l'altro, l'angolo di campo ripreso: maggiore è la focale minore sarà l'angolo di campo dando quella sensazione di avvicinamento al soggetto ( naturalmente quando l'obiettivo presenta nel nome due differenti lunghezze focali siamo di fronte ad uno zoom o “a focale variabile” )
Per semplicità ( soprattutto la mia, perdonatemi ) d'ora in poi prenderò spunto dai formati nikon per indicare la misura dei sensori: ci sarà quindi il formato
FX ( 24x36mm uguale alla vecchia pellicola ) e il più piccolo
DX ( 16x24mm ) in uso, mm più mm meno, nella maggior parte delle reflex digitali di oggi
Angoli di campo per fotocamere a pellicola “35mm” o sensori digitali FX “24x36mm”forese è più esplicativa questa pagina della
tamron [ ovviamente va bene per tutti gli obiettivi ]
Il problema nasce quando prendiamo lo stesso obiettivo e lo usiamo su fotocamere con sensori ( o pellicole ) di dimensioni differenti: in questo caso [ quindi a parità di lunghezza focale ] minori saranno le dimensioni del sensore e minore sarà l'angolo ripreso da quel determinato obiettivo, così dire 50mm ( o qualsiasi altra misura ) non significa più nulla se non affiancata dalla misura del sensore/pellicola con cui si lavora
Per cercare di rendere le cose più facili si usa parlare di
Lunghezza Focale Equivalente: sarebbe la lunghezza focale necessaria ad un obiettivo per coprire lo stesso angolo di campo se montato su di una fotocamera FX, così quando vedremo che il nostro obiettivo è un “28mm equivalente” sapremo che copre un angolo di circa 75° fregandocene se magari in realtà abbiamo per le mani un 18mm o un 7mm
In basso potete vedere un esempio di come un obiettivo da 180mm montato su una Nikon D3 e su una D70 crei due immagini differenti, la D70 sforna la stessa immagine che produrrebbe la D3 se fosse stato montato un 300mm
D3 < < --------------------------------------------------------- > > D70
Problema: un obiettivo nato per il FX può funzionare su una digitale DX, ma, al contrario, una lente costruita espressamente per il formato DX non riuscirà a coprire un'area sufficientemente grande per impressionare per intero il sensore FX
L'area gialla nell'immagine in basso è proprio la parte non coperta dagli obiettivi DX sui sensori FX Alcune fotocamere FX sono comunque in grado di tagliare, in gergo “croppare”, l'immagine in modo da funzionare come se avessero un sensore DX...nelle situazioni di emergenza tutto fa brodo
-La
Luminosità [ o
Apertura Massima Diaframma ] di un obiettivo è indicata da un numerino che ci dice quanta luce riesce a passare quando il diaframma è completamente aperto, più piccolo il numero maggiore sarà la quantità di luce che passa [ quindi un obiettivo con apertura massima 2,8 è più “luminoso” di uno con apertura 5,6 ]
Si può trovare scritto in diversi modi:
f:2,8 *
f=2,8 *
1:2,8 *
f/2,8 *
/2,8 è sempre la stessa cosa, lo stesso diaframma...ma a noi fotografi piace complicarci la vita
Gli zoom generalmente hanno due valori di luminosità [ uno per la focale minore e uno per la maggiore ], i più costosi riescono a mantenere lo stesso valore di diaframma a tutte le focali
-Il
Diaframma se ne sta nascosto dentro l'obiettivo praticamente invisibile ( infatti è sempre tutto aperto, si chiude solo al momento dello scatto ) ed è un dispositivo essenziale per la fotografia: permette [ assieme al corretto tempo di scatto ] di ottenere la giusta esposizione della foto, determina la pdc e, purtroppo per noi, influisce anche sulla resa globale della lente
FOTO 6I valori del diaframma possono apparire piuttosto strani a chi li incontra per la prima volta
Questo perché il valore del diaframma è dato dal rapporto Lunghezza focale fratto diametro apertura diaframma [ ed essendo misurate entrambe in millimetri si perde pure l'unità di misura, rendendo di fatto il diaframma un valore “adimensionale” ]
La sequenza usuale dei diaframmi è: 1 – 1,4 – 2 – 2,8 – 4 – 5,6 – 8 – 11 -16 – 22 – 32 [ ma si possono usare anche tutti i valori intermedi ]
Ogni valore di apertura indica un passaggio di luce DOPPIO rispetto al valore precedente [spesso si parla di stop
Quindi aprendo l'obiettivo a f:4 passerà il doppio della luce rispetto al f:5,6 e metà rispetto a f:2,8
- La
Profondità Di Campo [ in seguito
pdc, chi ama gli inglesismi la chiama
dof ] è quella zona dell'immagine, davanti e dietro il punto di messa a fuoco, che risulta perfettamente nitida [ la parte alle spalle del punto di messa a fuoco è sempre maggiore di quella davanti ]
FOTO 7Può essere di pochi millimetri come di centinaia di metri, tutto dipende da: 1-apertura del diaframma, 2-lunghezza focale, 3-distanza di messa a fuoco
Prendendo in considerazione un parametro alla volta, mantenendo gli altri due inalterati, possiamo dire che:
~Minore è l'apertura del diaframma maggiore è la pdc
~Maggiore è la lunghezza focale minore è la pdc
~Maggiore è la distanza di messa a fuoco maggiore è la pdc
f:2,8f:8f:32una volta per capire come funzionava bastava osservare la scale della pdc impressa sull'obiettivo:
coi nuovi obiettivi bisogna girare con calcolatrice e metro
...continuaEdited by issac dan der grimnebulin - 14/12/2008, 22:28