[ ne è uscito un post-fiume, in cui molti aspetti sono sicuramente già di vostra competenza, ma senza mettere tutto nero su bianco non riuscivo a tenere il discorso in piede, se vi annoiate potete saltare direttamente ai punti 5b e 5c
]
anche considerando solo la fotografia che interessa a noi, che comprende la fotografia "artistica" e quella "della memoria" [ che magari a volte coincidono ], parlare di realtà significa al massimo aggiungere un genere in più...
...come nella pittura ci sono gli iperrealisti e gli astrattisti, più mille altre sfumature differenti
nella fotografia a dire il vero si da molta più importanza al soggetto che al modo in cui è stato catturato, ma appunto
almeno un po' conta anche quello e di certo non c'è un modo più "giusto" di un altro, ognuno tratta le sue foto come preferisce, spesso in base a delle "regole" autocostruite che riguardano solo lui
ma prima di parlare di queste "regole" bisogna fare obbligatoriamente un passo indietro e parlare di come funziona una macchina fotografia e di come si scontra con la realtà così come noi la percepiamo, dovendo riassumere la questione è abbastanza semplice e lineare:
1> la sorgente luminosa illumina il soggetto
2> la luce riflessa dal soggetto va verso la fotocamera
3> la luce attraversa l'obbiettivo [ parametri: lunghezza focale, messa a fuoco, diaframma ]
4> la luce finisce sul sensore "impressionandolo" [ parametri: tempo di scatto iso ]
5> qualcuno o qualcosa trasforma le informazioni depositate sul sensore [ parametri: un sacco ri boba, leggere il seguito
]
1> 2> i primi due punti rappresento quello che noi vediamo, ad occhio nudo, quando osserviamo quello che vogliamo fotografare, nessun trucco o deformazione o abbellimento, potremmo in effetti definirla la realtà
3> ...appena l'occhio passa dal mondo reale al mirino della macchina fotografica le cose cambiano in maniera drastica, questo perchè obbiettivi differenti [ inteso come lunghezza focale ] vedono la realtà in maniera differente:
ma anche la scelta del diaframma ha un forte impatto sulla realtà:
4> se gli iso permettono solo di gestire gli altri parametri senza alcun effetto pratico sulla foto il tempo di scatto invece permette in certe situazioni di "traformare" le foto in maniera più o meno radicale:
ecco come, anche solo limitandosi alle più elementari impostazioni di scatto, l'immagine che va a finire sul sensore potrebbe non avere nulla a che fare con la realtà, pur non avendo ricevuto nessuna modifica "esterna"....ovviamente il ragionamento si applica anche nel verso opposto: è di sicuro possibile cercare di utilizzare le impostazioni, tra le centinaia di combinazioni possibili, più idonee a rendere il passaggio della luce tra il mondo reale e il sensore il più "indolore" possibile
5> ora si fa davvero complicata, andiamo con calma:
5a> la luce che finisce sul sensore viene trasformata dalla fotocamera in "numeri" che vanno a costituire il file RAW [ che, come il negativo della pellicola, NON è una foto ma solo "informazioni" ]
5b> a sua volta il file RAW può essere salvato direttamente nella scheda di memoria per poi essere elaborato al pc [ come il negativo che deve essere poi sviluppato in camera oscura e poi stampato ]...
5c> ...oppure, come accade quasi sempre nelle compatte dove non è possibile scegliere, subisce una trasformazione successiva diventando in un file jpg [ e questo si che è una immagine...come se lavorassimo con una polaroid ]
ora i parametri con cui un raw viene trasformato [ si usa il vecchio termine "sviluppato" originariamente utilizzato per le pellicole ] in "immagine" sono tantissimi e la loro scelta permette, come in precedenza, di dare una priorità alla "realtà" o allo "spettacolo", va da se che le impostazioni possibili on-camera e la potenza del processore della fotocamera stessa permettono di sfruttare un centesimo delle informazioni presenti nel RAW rispetto al pc di casa utilizzato coi giusti programmi [ come una polariid non si può paragonare al risultato di una stampa in camera oscura ]...prima del lungo discorso filosofico sulla realtà prendiamo in considerazione una cosa, forse passata inosservata:
se si leggono con attenzione i punti
5b e
5c nn si può che giungere ad una conclusione: una foto DEVE essere elaborata DOPO lo scatto perchè altrimenti non sarebbe una foto ma solo una manciata di numeri, il che ovviamente porta alla conclusione che
se abbiamo una foto allora l'abbiamo anche modificata dopo lo scatto...che ci piaccia o meno, e a questo punto tanto vale farlo nel modo migliore
tutto questo però ci dice solo il
perchè si deve modificare la foto dopo lo scatto ma non il
quanto, se il perchè, spero sia risultato chiaro, si tratta di un semplice obbligo, dovuto al modo in cui una fotografia si forma, il quanto è una scelta del tutto personale, dove nel calderone dobbiamo ricordarci di mettere anche tutti gli elementi pre-scatto che abbiamo visto avere anch'essi un grande impatto sul mondo reale
a conoscermi bene sapresti che sono altamente allergico sia ai ritagli che al timbro clone, più volte ho affermato che se in una foto si deve togliere o aggiungere qualcosa, ma anche solo raddrizzare l'orizzonte, allora la foto è venuta male e la si deve rifare
...ma appunto sono delle mie peronali regole che applico alle mie foto ma che in genere non uso come punto di riferimento per il giudizio delle foto altrui, nelle foto da me ritoccate avevo messo ben in chiaro che la mia era soltanto una delle mille possibili interpretazioni dello scatto e che servivano principalmente a mostrare che le compatte hanno meno limiti di quanto si pensi, non avevo alcuna intenzione di fare il professorre e dimostrare nulla
riassumendo: la fotocamera se la si usa nel modo giusto e si post-produce la foto nel modo giusto può riuscire a rappresentare il mondo in una qualsiasi gradazione compresa dall'iperrealismo all'astrattismo, proprio come la pittura o altre forma d'arte visiva...la scelta di mettere dei paletti al proprio modo di lavorare è personale, come ovviamente è una scelta altrettanto personale e lecita limitare il proprio tipo di scatti a un genere predefinito
nb: ho tralasciato diversi aspetti tecnici rigurdanti il passaggio dal mondo realle alla foto, ma già così sono arrivato a proporre una buona cura per l'insonnia, non volevo esagerare
ho altresi evitato di rispondere agli aspetti più etici e personali della domanda originale, non mi sto nascondendo ma la roba da digerire è già molta, appena ci si mette daccordo su quello di cui ho disusso fino ad ora possiamo andare avanti senza alcun problema
ciaociao